Emergenza abitativa e beni confiscati. Consiglieri Di Gangi, Giaconia e Mangano: "Situazione paradossale che rischia di innescare una bomba sociale"

Notizie (data pubblicazione 04 Aprile 2024)
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Centinaia di famiglie economicamente e socialmente fragili a rischio di sgombero dai beni confiscati alla mafia che hanno occupato, con il rischio che debbano pagare anche decine di migliaia di euro perché che l'Agenzia nazionale per i beni confiscati assimila quei beni a beni di mercato.
"Una situazione paradossale di mancato dialogo fra istituzioni e di dubbia interpretazione del ruolo dei beni confiscati e dell'Agenzia nazionale che dovrebbe amministrarli". Questa la denuncia dei tre consiglieri comunali del gruppo "Progetto Palermo", Mariangela Di Gangi, Massimo Giaconia e Alberto Mangano, che oggi hanno tenuto una conferenza stampa, segnalando che in questi mesi l'Agenzia nazionale sta emettendo decine di ordinanze di sgombero e richieste di pagamenti che - secondo i tre consiglieri - non rispondono alle finalità per cui l'Agenzia è stata creata".
Il riferimento è ai documenti recapitati in queste ore a tantissime famiglie occupanti dei beni confiscati, nei quali in modo chiaro viene detto che l'Agenzia chiede delle indennità di occupazione calcolate "sulla base del valore di mercato", arrivando a chiedere affitti anche di oltre 500 euro al mese a famiglie che si trovano in stato di grave povertà. Alcune decine di notifiche sono già arrivate, ma non si può escludere che ne arriveranno a breve altre.
"L'Agenzia nazionale non può comportarsi come un privato che vuole fare cassa - afferma Mariangela Di Gangi - e che non ha a cuore quell'uso sociale del patrimonio confiscato come è giusto che accada".
Per Massimo Giaconia "si rischia di innescare una bomba sociale che il Comune di Palermo da solo non potrebbe disinnescare".
A sollevare ulteriormente il tema politico è Alberto Mangano, che si chiede se "dietro questa posizione assunta dall'Agenzia per i beni confiscati non ci sia una incidenza del Governo nazionale, visto che ricalca esattamente quanto avvenuto nei giorni scorsi con Fratelli d'Italia che si è opposta ad ampliare la possibilità di utilizzo per le famiglie più fragili".
I tre Consiglieri hanno sottolineato la necessità di "trovare una soluzione strutturale, anche attraverso un tavolo di crisi che coinvolga la Prefettura, perché siamo di fronte a persone e non ad oggetti. Persone fragili, famiglie con bambini che non possono essere messe in strada e abbandonate a loro stesse".

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