Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti, un racconto in musica, canto, parole e immagini nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e via D'Amelio

Notizie (data pubblicazione 16 Luglio 2022)
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Nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e di via d’Amelio il Teatro Massimo di Palermo presenta, martedì 19 luglio al Teatro di Verdura, Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti,
un racconto in musica, canto, parole e immagini. Musiche originali di Marco Tutino, eseguite dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Massimo. Regia di Emanuela Giordano.

Martedì 19 luglio alle 21:15 al Teatro di Verdura, la Fondazione Teatro Massimo di Palermo presenta Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti, l’atteso epilogo della stagione di opere, concerti e spettacoli, dedicata quest’anno a commemorare il trentennale delle stragi mafiose che sconvolsero la comunità cittadina e il Paese.

Il compositore Marco Tutino è autore della musica originale, Emanuela Giordano firma la regia e la drammaturgia. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Massimo dirige il Maestro Alessandro Cadario tra i più carismatici giovani direttori italiani. Maestro del Coro è Ciro Visco. In scena con il giovanissimo e già apprezzato soprano Maria Teresa Leva, gli attori del Piccolo Teatro di Milano: Jonathan Lazzini, Anna Manella, Marco Mavaracchio, Francesca Osso, Simone Tudda. Il video e le immagini sono a cura di Pierfrancesco Li Donni e Matteo Gherardini.
Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti è una coproduzione Teatro Massimo di Palermo, Teatro Regio di Torino, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Fondazione per la Cultura Torino MITO Settembre Musica.

“L’assenza di istruzione e di cultura rende le persone schiave, mentre la formazione, scolastica e culturale, le rende libere – commenta Roberto Lagalla, presidente della Fondazione Teatro Massimo e sindaco di Palermo. In quest’ottica – prosegue - la stagione di opere del Teatro Massimo, dedicata al trentennale delle stragi, di cui fa parte la produzione con le musiche di Marco Tutino e la regia di Emanuela Giordano, è testimonianza di una memoria che deve restare viva. Una memoria che strumenti come l’arte, la musica e il teatro di certo contribuiscono ad alimentare”.

“L’arte, la musica, il teatro contribuiscono al progresso civile della società, svegliano le coscienze – aggiunge Marco Betta, sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo - l’opera di Marco Tutino è un importantissimo momento di riflessione, di consapevolezza e di opposizione trent’anni dopo le stragi, contro la violenza mafiosa”.

Lo spettacolo è diviso in tre parti narrativamente e temporalmente riconoscibili: Le Stragi, La Reazione e Il Presente. Musica, immagini, canto e narrazione si intrecciano con delicatezza e intensità ai documenti video originali messi a disposizione da RAI Teche, e alla drammaticità della voce di Paolo Borsellino che, dopo la morte di Giovanni Falcone, denuncia l’isolamento in cui era stato lasciato l’amico. Orrore, paura e senso di sconfitta, lo sgomento di un intero paese, la morte della speranza, l’Italia in lutto: questo emerge con forte intensità. E ancora, i rimandi poetici a Gesualdo Bufalino, il ricordo corale di quei giorni, che dal senso di sconforto vira al desiderio di riscatto, individuale e collettivo; ecco, dunque, le assemblee, le piazze gremite, il coraggio dei giovani, il riaffermarsi dei valori imprescindibili di verità, giustizia, onestà. Infine, ci si interroga su quale sia l’eredità lasciata dai Giusti. Nella seconda parte (insieme alle musiche composte appositamente per lo spettacolo) è stato inserito anche il Libera me Domine su testo del poeta Ignazio Buttitta che Marco Tutino realizzò nel 1993 per il “Requiem in onore delle vittime di mafia”.

«Ho cercato di scrivere una musica non retorica e più complessa dal punto di vista delle dimensioni” – racconta il compositore Marco Tutino. “L’eredità dei giusti è un’eredità
ingombrante perché ci costringe a sapere che contro l’ingiustizia, la violenza, il sopruso e l’arroganza della criminalità e della mentalità mafiosa si può lottare, si può dire no. Falcone e Borsellino lo chiedevano allora, e continuano a chiedercelo ogni volta che li ricordiamo, in pubblico e in privato: non giratevi da un’altra parte, non abbassate lo sguardo. Questo racconto per musica, canto e parole recitate è il nostro modo di ribadire la possibilità di ribellarsi, e di non dimenticare chi lo ha fatto per tutti noi». Non è la prima volta che il compositore si confronta con questi temi, Tutino è stato l’ideatore, il promotore e, con altri sei compositori, l’autore del Requiem per le vittime della mafia, eseguito nella Cattedrale di Palermo il 27 marzo 1993. La sua musica viene programmata ed eseguita con grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo dalle più prestigiose istituzioni concertistiche e sinfoniche e nei principali Teatri d’Opera.

Con gli stessi intenti ha lavorato Emanuela Giordano, allieva di Andrea Camilleri ed Eduardo De Filippo, che ha curato la drammaturgia e la regia. “Ho agito per sottrazione - afferma – c’è il rischio che l’emozione porti a strafare, invece bisogna cercare l’essenza. Se proprio dovessimo definirlo, questo spettacolo è un oratorio sociale, un corale. E’ il tentativo di trasformare il palcoscenico in una agorà, un’immensa piazza per rievocare la collettività degli italiani. Ho cercato di fare un mosaico del paese e non una cronologia di quei fatti: questa volta siamo in scena noi, la gente comune ”. Conduttrice e autrice di programmi culturali per la RAI, Emanuela Giordano cura progetti di formazione nelle scuole, nelle università, nelle carceri e nei teatri. Ha collaborato con il Conservatorio Santa Cecilia di Roma per l’allestimento di opere buffe. Ha scritto e allestito più di trenta opere teatrali. Partecipa dal 2012 al progetto Il Palcoscenico della Legalità. Ha realizzato una ventina tra cortometraggi, film e documentari, per cui ha ricevuto numerosi premi, tra cui un Sacher e tre Nastri d’Argento.

Sempre martedì 19 luglio, alle 21.10 in concomitanza con l’esecuzione dello spettacolo al Teatro di Verdura, andrà in onda su Sky Classica HD, “Cenere”, l’opera-inchiesta di Gery Palazzotto, prodotta dal Teatro Massimo, che ripercorre proprio quei giorni drammatici della storia recente del nostro Paese che culminarono con le stragi del 23 maggio e del 19 luglio. “Ci vuole coraggio per parlare con sincerità di tutto questo – si legge nel testo di presentazione del programma - e il coraggio lo hanno avuto il Teatro Massimo di Palermo e lo scrittore Gery Palazzotto, producendo e mettendo in scena una trilogia dedicata ai misteri legati a quelle morti”.

Comunicato Stampa
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