Consulta l'archivio biografico
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Nato a Balestrate (Pa) il 27 aprile 1812 e morto a Palermo il 9 settembre 1887.
Studiò nel Seminario arcivescovile di Mazara, fu ordinato sacerdote a Monreale nel 1834 e due anni dopo conseguì presso l'Università di Palermo la triplice laurea in medicina, filosofia e teologia.
Nel 1838 fu parroco e successivamente primo arciprete di Balestrate, dove esercitò anche la professione di medico e svolse un' intensa attività spirituale e sociale a favore della piccola comunità.
Per suo interessamento presso il re Ferdinando di Borbone e con l'entusiastico contributo dei suoi concittadini, fece costruire la chiesa madre.
Dopo i moti palermitani del 1848, fu rettore della chiesa dell'Ecce homo all'Uditore, quartiere di Palermo, e pari ecclesiastico nel Parlamento siciliano in rappresentanza di monsignor Antonio Salamone, vescovo di Mazara (1848-1849).
Dall'agosto 1848 al luglio 1849, e successivamente dopo il 1860, fu direttore della Biblioteca del Collegio Massimo (che divenne, per suo interessamento, Nazionale - ora Biblioteca regionale) e rettore della chiesa del Gesù di Casa Professa a Palermo.
Partecipò attivamente alla vita culturale del tempo e ricoprì numerose cariche direttive in seno ad associazioni, accademie, società e istituti culturali; fu insignito delle più prestigiose onorificenze nazionali.
Fu autore di una cinquantina di opere di vario genere: si occupò di teologia, di medicina, di agricoltura, di letteratura, di economia, di bibliologia e di storia.
Molto importante è l'opera in due volumi 'La dottrina cattolica e l'economia politica' del 1859, in cui riesce a collegare la scienza economica con la dottrina cattolica.
Testimonianze dei più illustri economisti sono citate nel testo e analizzate, poi risolte alla luce della fede.
L'opera fu molto apprezzata dai contemporanei e in seguito (1931) considerata precorritrice delle idee espresse sulla questione morale dall'Enciclica 'Rerum novarum' di Papa Leone XIII (1891).
Se ne fece una seconda edizione nel 1880 (Palermo, Luigi Pedone Lauriel editore).
Filippo Evola nel 1844 scrisse anche un romanzo in due volumi 'Il dabben uomo e il ladro', ambientato a Balestrate, in parte autobiografico, in parte storico, con scopi morali.
Di lui abbiamo anche scritti di carattere storico e bibliografico: 'Balestrate, il suo passato e il suo presente' e la originale 'Storia tipografico-letteraria del secolo XVI in Sicilia' del 1878, opera di erudizione, basilare per la storia della tipografia e della letteratura siciliana, quasi a continuazione della storia letteraria siciliana del gesuita Alessio Narbone.
Ad essa fece seguire 'Sulla stampa siciliana fuori di Palermo e di Messina nei secoli XVI e XVII', studio storico su tipografie impiantate da vescovi e da nobili patrizi.
Nell'archivio parrocchiale di Balestrate sono state raccolte in un Epistolario le corrispondenze intercorse tra Filippo Evola e numerose personalità ecclesiastiche e civili.
Di versatile ingegno associato a una vasta erudizione, di instancabile attività e mitezza d'animo, si distinse per forza di carattere e amore per i suoi simili, raggiungendo un posto eminente nel mondo letterario e scientifico del suo tempo.
E' sepolto nella chiesa madre di Balestrate.