Consulta l'archivio biografico
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Nato il 14 febbraio 1754 e morto il 21 dicembre 1831.
Come giurista, fece parte nel 1812 della commissione per la compilazione di un nuovo codice penale.
La sua fama, tuttavia, fù legata alle sue opere di letterato e di poeta in dialetto siciliano.
Le sue poesie vennero pubblicate per la prima volta nel 1826 ed un altro volume di "Poesie siciliane edite ed inedite" apparve postumo nel 1877 con i tipi di G.B. Gaudiano.
Tradusse le "Odi e gli Epodi" di Orazio, due "Idilli" di Teocrito e lasciò manoscritto un poema in 9 canti "Il diluvio universale".
Successe a Giovanni Meli quale "principe" (cioè presidente) dell'Accademia siciliana, la cui caratteristica precipua era il doversi parlare e scrivere soltanto in siciliano.
Agostino Gallo lo definì "Vate or tenero, or acre, ognor fecondo / agli altri il primo, a Meli sol secondo".