Consulta l'archivio biografico
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Nato a Palermo il 31 ottobre 1867.
Figlio dell'architetto Giuseppe, rappresentò la quarta generazione di architetti all'interno della famiglia.
In continuità con la tradizione dei Patricolo, i suoi interessi vanno dalla progettazione al restauro, ad un'intensa attività culturale.
Fu allievo a Milano di Luca Beltrami e collaboratore di Gaetano Moretti presso l'Ufficio regionale della Lombardia a partire dal 1902.
Tra le sue opere ricordiamo la collaborazione con il padre e con F. Valenti tra il 1894 e il 1895 per il restauro parziale del muro occidentale dell'ala settentrionale del presbiterio e della parete prospiciente al cortile delle Fontana presso il Palazzo Reale di Palermo, la progettazione della cappella Mortillaro, della cappella Pignatelli nel cimitero di Santa Maria di Gesù e di Villa Varvaro (oggi non più esistente).
Collaborò attivamente in qualità di giornalista alla rivista "Giornale di scienze lettere ed arti" di Palermo, di cui fu redattore e responsabile per lungo periodo.
Lasciata Palermo per trasferirsi a Mantova, entrò nel ruolo di conservatore, fece parte della Commissione incaricata di provvedere al restauro del palazzo Ducale ed a lui si deve l?attuale ripristino della facciata della reggia dei Gonzaga.
Si occupò a livello istituzionale dello studio e della conservazione dei monumenti arabi, per questo motivo soggiornò lungo tempo in Egitto, dove curò il recupero di alcune chiese e moschee del luogo e al contempo attese all'allestimento del museo del Cairo.
Venne nominato, come successore dell'architetto ungherese Max Herz Bey, capo del Comità de Conservation des Monuments de l'Art Arabe, carica che mantenne per diciotto anni dal 1914 al 1932.
Della sua attività in Egitto come funzionario di Stato, vanno ricordati in modo particolare tanto i lavori di restauro nella moschea El Rifai (1906) e del mausoleo di Hassan Sadaqa, quanto quelli della chiesa di Santa Barbara al vecchio Cairo, della quale si occupò con un vivo interesse e di cui successivamente pubblicò un saggio illustrato in collaborazione con U. Monneret de Villard.
Di Achille Patricolo tesse un breve elogio la principessa Vittoria Alliata di Villafranca in un articolo apparso ne "Il Giornale" di Indro Montanelli: "Patricolo, colui al quale va il grande merito della tutela e del recupero di tutti i monumenti d'arte islamica e copta".
Molto intensa fu la sua attività come studioso e saggista; tra i suoi scritti e le sue monografie a corredo si ricordano: "Architettura e costruzioni", "Per la conservazione dei monumenti", "A proposito di restauri", "2Le scuole d'applicazione in Italia", "Per il Palazzo Marchese", "Cronache tecniche", "Monumenti e Ristauri", "La palazzina della Paleologa e i gabinetti di Isabella d'Este", "Nuove indagini relative allo studio di Isabella d'Este nel Palazzo Ducale di Mantova", "La conservazione del Palazzo Ducale e dei monumenti della provincia di Mantova", "La turris in capite pontis molendinorum di Mantova", "Gli arazzi del duomo di Mantova", "Il Palazzo Ducale di Mantova", "Note storico-critiche", "Le vicende del Cenacolo di Leonardo da Vinci nel secolo XIX", "Guida storica del Palazzo Ducale di Mantova", "La chiesa di S. Francesco d'Assisi in Mantova", "Les citernes de Tell Tinis dans le lac de Menzaleh", "La conservation des monuments arabes en typte" (I. Histoire du Comità ; hodes de travail , III. Les travaux ex uta' )", "La chiesa di Santa Barbara al vecchio Cairo" (in collaborazione con U. Monneret de Villard), "Contributo alla storia del Palazzo Ducale di Mantova dal XIV al XIX secolo", " La mosque d'Ahmed Ibn Touloun", "Moire adress a son excellence le Ministre des Wakfs en ronse a sa communication n. 5581 du 26 oct. 1922 relative a l'effondrement du plafond de la mosque d'Aboul-Ela".