Consulta l'archivio biografico
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Nato il 25 dicembre 1887 e morto il 14 ottobre 1920.
Lavorò come tipografo e fu eletto rappresentante nel consiglio nazionale della federazione lavoranti tipografi. A Palermo partecipò alla vita della Camera del lavoro militando nella corrente socialista. Fu redattore responsabile del periodico "La riscossa socialista" e con A. Caroti costituì la federazione regionale socialista. Dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, contribuì allo sviluppo del partito socialista italiano divenendo presto la figura più prestigiosa del movimento proletario palermitano. Nel 1919 fondò il quindicinale "La dittatura proletaria", divenne membro della federazione regionale socialista e supervisore della stampa socialista nell'isola. Invitato a far parte della segreteria della Fiom, nel maggio del 1920 partecipò al congresso nazionale, durante il quale propose l'abolizione del lavoro straordinario e del cottimo. Guidò i metallurgici nell'occupazione del Cantiere navale e di alcune fabbriche di Palermo. Intelligente e intransigente nella sua azione sindacale e politica, si attirò l'odio implacabile dei conservatori. Fu ucciso in un agguato, mentre rientrava a tarda ora da una riunione di partito durante la quale era stata approvata la sua candidatura alle elezioni del Consiglio provinciale.