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Salerno Alfredo
(Medico)

Nato a Palermo il 7 marzo 1868 e ivi morto il 1 aprile 1946.

Laureato in medicina e chirurgia nel 1893, dopo un breve periodo trascorso come assistente ordinario nella Regia Università di Palermo, si dedicò alla medicina del territorio come direttore dell'Ospedale della Congregazione di Carità a Torretta e successivamente presso l'Ospedale dei tisici alla Guadagna.

Sempre più attratto dalla organizzazione dei servizi sanitari di pronto soccorso, accanto all'attività medica in ospedale iniziò una febbrile attività in seno alla Croce Rossa Italiana.

In più occasioni intervenne personalmente in casi nei quali si presentavano accadimenti eccezionali, quali il caso di vaiolo nel 1901, per il quale volontariamente accettò l'isolamento per curare l'ammalato, o nel 1907 quale organizzatore dei soccorsi in seguito ad un violento scoppio avvenuto in via Grande Lattarini il 19 dicembre, intervento che gli valse il conferimento di una medaglia di bronzo al valor civile.

In occasione del terremoto di Messina nel 1908 fu tra i primi ad accorrere per organizzare i soccorsi in loco e per il trasporto dei feriti a mezzo ferrovia sino a Palermo con vetture appositamente attrezzate.

La CRI gli conferì la medaglia d'argento e sempre più frequentemente si avvalse della sua esperienza e della sua opera, come nel caso della epidemia di vaiolo verificatasi tra il 1910 ed il 1911 e dell'incendio della miniera di zolfo di Trabonella (CL) nel 1912.

Pur esente da obblighi militari per motivi familiari, si arruolò volontario durante la guerra 1915-18 e prestò la sua opera come infaticabile organizzatore di treni-ospedale per il trasporto dei feriti dalle zone di guerra agli ospedali delle Comune guadagnandosi la medaglia al merito con le palme della CRI e la Croce al merito di guerra.

Negli anni successivi, già socio della Società Siciliana per la Storia Patria dal 1924, in riconoscimento dei suoi meriti gli vennero conferite le decorazioni di Cavaliere della Corona d'Italia, la croce d'oro della CRI e le insegne di Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro (1928).

Accanto a queste attività prettamente mediche, egli si interessò di svariati argomenti ai confini tra paleontologia e geologia del territorio palermitano, con ricerche che sono oggetto di comunicazioni scientifiche pubblicate negli Atti della Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, nel Giornale della Società di Scienze Naturali ed Economiche e sul Naturalista Siciliano.

Tra gli studi di paleontologia ricordiamo un articolo comparso su "Panormus", rivista del Comune del gennaio/maggio 1922, intitolato "Un abitante del golfo di Palermo dell'età neolitica".

Viene ricordata la scoperta di resti fossili animali ed umani alle falde del monte Caputo in occasione della costruzione della linea ferroviaria Palermo - Trapani e tra questi una calotta cranica la cui analisi, effettuata anche dal prof. Soffiatti dell'Università di Palermo, ha permesso di attribuire tale reperto ad una popolazione (Siculi indigeni) della specie Notanthropus Emafricanus appartenente ad una popolazione della civiltà preistorica dell'età della pietra.

Nel novembre 1937 la Società Italiana di Antropologia ed Etnologia di Firenze invita il dr. A. Salerno a donare al Museo della Società la collezione di cranii che sarebbe stata a lui intestata ed esposta a testimonianza della "calorosa opera di ricerca, raccolta e coordinamento del ricco materiale antropologico e paleontologico".

Nei Quaderni del museo geologico "G. Gemmellaro" (1986) Salerno "più volte citato per le numerose esplorazioni da lui condotte in grotte del palermitano", due delle quali in località Luparello portano il suo nome (grotta Salerno e grotta Salerno II).

Tra le scoperte di grande interesse archeologico da parte di Salerno vi "il pozzo di piazza Edison a Palermo": il pozzo fu chiamato "Pozzo Sicano" per la presenza nella galleria di iscrizioni attribuite ai Sicani che il prof. Beguinot successivamente identificò con nomi propri di persona in carattere libico del II secolo a.C. (nessuna delle due ipotesi però sembra valida).

Nel dicembre 1989 il prof. P.Todaro, esperto geologo e fine conoscitore del sottosuolo palermitano, dopo aver ricordato l'esplorazione del Salerno, lamenta come "immutati sono ancora gli interrogativi che attendono una risposta".

La scomparsa di Alfredo Salerno, unitamente ad un excursus sulla vita e le opere, venne ricordata in un lungo editoriale del prof. G.B. Floridia su "Il Naturalista Siciliano", organo della Società dei Naturalisti Siciliani, pubblicato nel 1947.

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