Consulta l'archivio biografico
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Nato a Sciacca nel 1475 e ivi morto nel 1545.
Per motivi di studio si trasferì a Palermo, dove mostrò attitudine particolare nel fare uso delle erbe officinali, distillarle in essenze, manipolarle in unguenti. Tutto questo fu scritto nel trattato "De Unguentis". Per continuare i suoi studi e i suoi esperimenti, nel 1507 si diresse sui monti di Messina e dell'Aspromonte, del Gran Sasso, del Piceno e del Veneto. Reduce dalle Marche, sostando a Roma, andò in incognito a seguire le lezioni di botanica all'Università intervenendo per precisare alcune lacunose informazioni del docente. Passato a Napoli, diede alle stampe nel 1511 "Expositio super librum simplicium medicinarum noviter compilatum". Al suo ritorno a Palermo, su segnalazione di Raimondo di Cardona, vicerè di Sicilia, fu nominato protomedico. Scrive anche "De tempore colligendi hebas", lodata da Silvio Boccone. Rientrato a Sciacca, per malinconia, riduce la sua abitazione in una sorta di museo di storia naturale, ammucchiando vegetali disseccati, fossili e minerali, apparati fisico-chimici, scatole, vasi e ampolle ricolme di unguenti. Nella vecchia chiesa madre, gli fu eretto dai familiari un monumento funebre in marmo bianco di Carrara, con sculture e rilievi e un epitaffio: "Hic decus aromatum Nucitus flosque Gerardus / moribus, et vita clarus in arte sua / olim qui terras fama nunc sidera lustrat / ossa iacent tumulo spiritus ante Deum".