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Basile Ernesto
Basile Ernesto
(Architetto)

Nato a Palermo nel 1857 e morto il 26 Agosto 1932.

Studia l'architettura in un costante dialogo col padre, G. B. Filippo, cui lo lega anche l'affinità per le scienze fisiche e naturali.

In questo clima sviluppa la sua attitudine a ricercare nella natura e nel suo intorno all'essenza della forma. Si laurea nel 1878 ed inizia un felice sodalizio con il padre dal quale assorbe esperienze teoriche e progettuali.

Sperimenta il momento costruttivo nei cantieri di villa Basile a S. Flavia del Teatro Massimo, del quale curò l'arredamento, dopo la morte del padre e di villa Favaloro.

Nel 1880 vince il concorso per assistente e apre il suo studio a Roma; torna a Palermo nel 1890 e dal 1897 in poi dirige anche la Reale Accademia di belle arti.

Viene chiamato a Rio de Janeiro per la sistemazione della Nuova Avenida de Libertacao, il Palazzo di Giustizia, il Grande Teatro e la Banca Nazionale. Queste prime opere sono l'espressione dell' Eclettismo, la cultura architettonica del suo tempo, in cui prevale la tendenza ad accogliere, attraverso l'analisi e la ricerca sui monumenti appartenuti a civiltà lontane, gli elementi da ricomporre secondo coerenti principi storici e tipologia della destinazione di ciascun edificio.

Alla fine del secolo Basile si coinvolge nel movimento di ricerca Art Nouveau del quale divenne eminente rappresentante: egli ne interpretò lo spirito filtrandolo attraverso le proprie esperienze culturali impregnate di storie e tradizioni siciliane.

La vita palermitana a cavallo dei due secoli fu legata ai fasti leggendari dei Florio, con i quali Basile iniziò ad avere contatti nel 1899 per la progettazione del palazzo a pianta ippodomea, poi villa Florio all' Olivuzza, quindi per l'ampliamento di Villa Igiea.

Sono le opere che, per l'alto livello di qualità raggiunto, affiancano Basile alle maggiori testimonianze dell' Art Nouveau: fu vero che negli esterni di queste ville convivono ancora Eclettismo e Art Nouveau, rivelando però la loro radice comune, ma negli interni e negli arredi si realizza la più assoluta coerenza, in un insieme di unitaria ispirazione.

La consonanza tra l'architetto e i collaboratori-esecutori fu molto alta e questa capacità lo farà assurgere a maestro e capo-scuola.

Egli continua una intensa collaborazione con i Florio nell'industria delle ceramiche e con i Ducrot in quella del mobile. E' per queste industrie che Basile si trasforma in designer e grafico nel senso più moderno e attuale della parola: fu il primo architetto in Italia, e fra i primi in Europa, a curare quella che oggi si chiama l'immagine dell'industria.

Si impegnò dal disegno dell'edificio industriale a quello delle esposizioni, dal marchio di fabbrica alla carta intestata, ma soprattutto, alla creazione della forma dell'oggetto in rapporto e in funzione della tecnologia di produzione.

Basile utilizza tutto il vocabolario figurativo del Modernismo e si differenzia dagli artisti degli altri paesi perché filtra ogni forma attraverso un processo di lettura storico-critico che lo fa pervenire spesso a forme inedite e originali.

Attraverso la linea curva, la spirale, il dinamismo volumetrico e gli equilibri strutturali, raggiunge l'unità architettura-ambiente, struttura-decorazione, che sono gli assunti originali del Movimento Europeo.

Dalla collaborazione con l'industria Ducrot nasce un' idea precorritrice delle istanze sociali del tempo: una produzione di serie per un pubblico più vasto e meno ambiente ed è con i Ducrot che fa realizzare mobili per un salotto in mogano e per una camera da letto in acero bianco, tutti di raffinata concezione, ma di estrema semplicità costruttiva.

La ricerca del mobile funzionale, riproducibile in serie, conduce Basile progressivamente a distaccarsi dalla decorazione come parte essenziale della linea e della forma, precorrendo a volte addirittura il funzionalismo (scrittoio di palazzina Vanoni a Roma del 1902).

A causa della sempre più pressante esigenza del mercato, sul finire del 1910 la collaborazione Basile - Ducrot si allenta, anche se riprende in occasioni di grandi lavori come la sede della Cassa di Risparmio e del Kursaal Biondo a Palermo.

Dopo il primo decennio del secolo, l'Art Nouveau attraversa in tutta Europa un sensibile declino ed in Italia la si rinnega, creando una profonda frattura tra discorso artistico e quello sull'oggetto industriale: il Liberty diviene sinonimo di cattivo gusto.

Basile muore tristemente nella sua villa a Palermo, tormentato dal dolore per la morte del suo ultimogenito Massimo, che anticipa lo spegnersi della sua vivacissima creatività.

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