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Rizzo Pippo
(Pittore)

Nato a Corleone il 6 gennaio 1897 e morto a Palermo il 4 marzo 1964.

Aveva cominciato ad esprimere la sua attitudine sin dalla sua prima giovinezza, modellando e disegnando continuamente.

Gli studi tecnici, ai quali era stato costretto dal padre, non gli impedirono tuttavia, di dedicarsi appassionatamente alla pittura. Appena gli fu possibile infatti, si trasferì a Palermo, per frequentare l'Istituto di Belle Arti.

Ebbe tra i suoi maestri Ettore De Maria Bergler, Mario Rutelli ed Ernesto Basile.

Espose per la prima volta nel maggio del 1916 al "Kursaal Biondo" a Palermo unitamente ad artisti già affermati, come il suo maestro E. De Maria, A. Leto, A. Ugo e D. Trentacoste, famoso scultore del tempo, di cui la madre Rosa era cugina.

Nel 1918 fondò a Corleone il circolo culturale "Rinnovamento", le cui finalità erano anche quelle di combattere "la mafia di alto rango che ivi imperava".

A Roma dove si fermò per circa un anno, conobbe Marinetti e frequentò assiduamente anche Balla, Bragaglia, Prampolini e tutto il gruppo degli intellettuali futuristi romani.

Tenne, nel 1921, la sua prima mostra personale al Teatro Quirino di Roma. Tornato a Palermo, iniziò a lavorare con i pittori Vittorio Corona e Giovanni Varvaro nel grande studio di vicolo Malfitano, in via Dante. "Fu proprio da questo studio che l'arte moderna siciliana uscì rinnovata e prese parte alle grandi esposizioni di Venezia, Baltimora, Barcellona, Atene, Oslo, ecc." (da "Storia di un cenacolo", P.Rizzo, il Quadrivio, Roma, 15-7-1934).

Nel 1925 Rizzo espose a Palermo alla Mostra Primaverile Siciliana 16 pitture e manufatti di arredamento futurista (tappeti, ceramiche, ricami, mobili), che venivano prodotti nella sua Casa d'Arte. Indossò per l'occasione, il famoso gilet futurista: un vivace assemblaggio di panni colorati.

Nel 1926 presento alla XV Biennale di Venezia il quadro "I lampi"; fu quello l'anno del suo inserimento nel circuito delle grandi mostre, partecipò anche alla IV Biennale di Reggio Calabria, con "Treno notturno in corsa" e "Sogno di adolescente".

Nel giugno del 1927 il circolo "Il convegno" di Palermo ospitò una grande mostra del futurismo italiano organizzata da Rizzo; Marinetti, che venne ad inaugurarla, con "entusiasmo futurista" pronunciò per l'occasione un indimenticabile discorso "elettrico".

In quel periodo le attività della Casa d'Arte palermitana, in via Vincenzo da Pavia 51, si susseguivano frenetiche: si realizzavano costumi per le serate futuriste, carri per le sfilate di Carnevale, si organizzavano dibattiti che venivano immancabilmente rifiutati dal pubblico, con fischi e lanci di oggetti di ogni tipo ma l'impegno di Pippo Rizzo pittore non era meno intenso: partecipò infatti a mostre molto importanti come la I Quadriennale di Roma del 1931, presentò "opere ispirate alla campagna siciliana che ondeggiano tra una stilizzazione serrata ed una monumentalità solenne bloccata, composta da larghe stesure di piani di colore" a ben guardare, l'approdo al novecento chiarisce in termini definitivi quello che "il carattere essenziale della sua produzione: una pittura chiara nelle forme, basata su pochi elementi compositivi" che si volge a tonalità più morbide e ovattate.

 (Sergio Troisi: "Pippo Rizzo tra Futurismo e Novecento" - Catalogo e Mostra - marzo / aprile 1989 - Ed. Sellerio - "Palermo a cura della Presidenza della Facoltà di Lettere - Università di Palermo" Regione Siciliana BB.CC. - Banco di Sicilia).

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