Consulta l'archivio biografico
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Nato il 28 luglio del 1866 e morto a Torino il 2 dicembre 1936.
Figlio di Niccolò e di Teresa Patorno. Ottenuto il diploma di ragioniere, cominciò lavorare nel 1886, dapprima nella Società agrumaria siciliana e successivamente nella ditta Leone.
I suoi impegni di lavoro non lo distoglievano dalla militanza politica in ambienti socialisti, era della scuola di Colajanni, fondò il circolo Mameli, nel 1891 fu nominato presidente del circolo radicale e l'anno successivo fondò i Fasci dei lavoratori di Palermo.
Partecipò al congresso delle Società operaie affratellate ed il suo successo personale fu rilevante. Iniziata l'attività ufficiale a Palermo, dopo il riconoscimento incrementò il numero degli iscritti da 1500 circa a 7500; la frangia anarchica rappresentò qualche problema non appena si esaminò la possibilità di organizzarsi per partecipare alle elezioni.
Dopo l'elezione di Francesco Crispi a capo di governo, iniziò una dura repressione poliziesca che procurò decine di morti nei centri agricoli e di industrie zolfifere siciliani.
All'interno dei movimenti anarchici, marxisti radicali, socialisti si aprì un aspro dibattito conclusosi con decisioni più miti, grazie alla sua mediazione, per richiedere riforme che avrebbero procurato condizione di vita più umane ai lavoratori.
La repressione invece si concretizzò in numerosi processi: Bosco nel 1894 venne assolto per l'imputazione di cospirazione armata e condannato a 12 anni per incitamento alla guerra civile e all'interdizione dai pubblici uffici.
Grazie all'unanime intervento popolare, venne eletto il 26 maggio del 1895 nel collegio di Palermo come deputato alla Camera, ma la nomina venne annullata perchè egli non aveva l'età regolamentare.
La sua partecipazione alla vita politica fu febbrile ed intensa, ostacolata anche all'interno del movimento contadino operaio per le sue scelte considerate moderate.