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Periodo di riferimento 2018
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Capitolo 3 - Demografia

Il Censimento della popolazione

Nel 2011 si è svolto il 15° Censimento generale della popolazione, che ha avuto come data di riferimento il 9 ottobre. Il 18 dicembre 2012 sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i primi risultati definitivi. Con particolare riferimento al numero di residenti, la popolazione censita diviene riferimento legale fino alla successiva rilevazione censuaria ed è perciò definita “popolazione legale”.

A Palermo sono state censite 657.561 persone, di cui 313.171 maschi, pari al 47,6% del totale, e 344.390 femmine, pari al 52,4% del totale.

Rispetto al Censimento del 2001, si è registrata una diminuzione di 29.161 abitanti, pari al 4,2% (graf. 3.1).

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Grafico 3.1: Popolazione residente ai censimenti

Questi dati confermano il trend decrescente del numero di persone residenti a Palermo che si registra già da diversi anni. Osservando i dati riferiti ai censimenti passati, si può notare come il picco sia stato raggiunto nel 1981, con quasi 702 mila persone residenti, che 10 anni dopo si sono ridotte a quasi 699 mila unità, per poi flettere a 686.722 residenti nel 2001 e – infine – a 657.561 residenti nel 2011.

I risultati del censimento confermano Palermo come la quinta città italiana per dimensione demografica, dopo Roma, Milano, Napoli e Torino, e prima di Genova.

La popolazione residente

La popolazione residente a Palermo al 31 dicembre del 2018 è risultata pari a 663.401 abitanti.

Rispetto al 2017 si è registrata una diminuzione di 5.004 unità (-0,7%), determinata da un saldo naturale negativo per 1.060 unità e da un saldo migratorio e per altri motivi negativo per 3.944 unità.

Rispetto al 15° Censimento generale della popolazione del 9 ottobre 2011, quando sono stati censiti 657.561 abitanti, la popolazione al 31 dicembre 2018 è più alta di 5.840 unità (+0,9%). Detto incremento è però interamente attribuibile alla revisione post-censuaria dell’anagrafe, che ha determinato nel 2013 un saldo positivo di 25.066 unità e nel 2014 un saldo positivo di 2.434 unità.

La popolazione per sesso

I residenti di sesso maschile sono 316.812, in diminuzione  di 2.503 unità rispetto al 2017, mentre i residenti di sesso femminile sono 346.589, in diminuzione di 2.501 unità rispetto al 2017. I residenti maschi costituiscono il 47,8% del totale, contro il 52,2% di sesso femminile (cfr. graf. 3.2).

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Grafico 3.2: Popolazione residente per sesso

Il tasso di mascolinità, ovvero il numero di uomini ogni 100 donne, è pari a 91,4 (nel 2017 era 91,5).

Il movimento naturale

Con riferimento al movimento naturale della popolazione, nel corso del 2018 si sono registrati 5.636 nati, in diminuzione di 87 unità (-1,5%) rispetto al 2017. Il numero dei nati si conferma pertanto ai minimi degli ultimi 50 anni[1]. I nati di sesso maschile sono stati 2.949, in aumento dell’1,1% rispetto al 2017, mentre quelli di sesso femminile 2.687, in diminuzione del 4,3%.

Il numero dei decessi nel 2018 è stato pari a 6.696 unità, in diminuzione del 2,9% rispetto ai morti del 2017, quando – con 6.899 decessi – si era raggiunto il valore più elevato degli ultimi 50 anni. I morti di sesso maschile sono stati 3.102, in diminuzione del 3,8% rispetto al 2017, mentre quelli di sesso femminile 3.594, in diminuzione del 2,2% rispetto al 2017.

La serie storica a partire dal 1980 del numero di nati e di morti fa registrare un trend crescente del numero di morti (+17,5% dal 1980 al 2018), ed un trend fortemente decrescente del numero dei nati (-56,6% dal 1980 al 2018, cfr. graf. 3.3).

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Grafico 3.3: Nati e morti dal 1980 al 2018

Il saldo naturale, ovvero la differenza fra nati e morti, che nel 1980 era pari a +7.248, e che per tutti gli anni ’80 ha oscillato intorno a quota 5 mila, a partire dal 1998 è sceso sotto quota 2.000, e nel 2007 è sceso per la prima volta sotto quota mille. Negli anni successivi il saldo è ulteriormente sceso, fino a quota 459 nel 2009 per poi risalire nel 2010 a 514. Nel 2011 il saldo naturale ha ripreso a diminuire, e nel 2012 per la prima volta è risultato negativo, con il numero di morti superiore di 212 unità rispetto al numero di nati. Anche nel 2018 il numero di morti ha superato il numero di nati, con un saldo negativo di 1.060 unità (graf. 3.4).

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Grafico 3.4: Saldo naturale dal 1980 al 2018

Fra le principali cause di morte del 2018, primeggiano – come negli anni passati – quelle legate a malattie del sistema circolatorio (30,6% del totale dei decessi), ai tumori (24,9% del totale dei decessi), a malattie delle ghiandole endocrine nutrizionali metaboliche e disturbi immunitari (15,0% del totale dei decessi) e a malattie dell’apparato respiratorio (13,9% del totale dei decessi) (graf. 3.5).

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Grafico 3.5: Decessi per grandi gruppi di cause di morte

Il movimento migratorio

Con riferimento al movimento migratorio (al netto delle iscrizioni e delle cancellazioni per altri motivi), si sono registrati 9.042 immigrati, in diminuzione dell’1,1% rispetto al 2017. Con riferimento alla provenienza, sono diminuiti gli immigrati da altri comuni italiani (7.502, -3,6%) mentre sono aumentati gli immigrati dall’estero (1.540, +13,3%).

In termini di composizione percentuale, l’83% degli immigrati proviene da altri comuni del territorio nazionale, mentre il 17% dall’estero. Rispetto al 2017 è diminuita la quota di immigrati da altri comuni italiani, mentre è aumentata la quota di immigrati dall’estero: le due percentuali erano rispettivamente 85,1% e 14,9%.

Gli immigrati di sesso maschile sono stati 4.680, in aumento dello 0,4% rispetto al 2017, mentre quelli di sesso femminile 4.362, in diminuzione del 2,5% rispetto al 2017.

Sul fronte delle cancellazioni, si sono registrati 12.411 emigrati, in aumento del 4,8% rispetto al 2017. Con riferimento alla destinazione, sono aumentati sia gli emigrati verso altri comuni italiani (11.015, +5,1%) che gli emigrati verso l’estero (1.396, +2,3%).

In termini di composizione percentuale, l’88,8% degli emigrati si è diretto verso altri comuni del territorio nazionale, mentre l’11,2% si è diretto verso l’estero. Rispetto al 2017 è leggermente aumentata la quota di emigrati verso altri comuni italiani, mentre è diminuita la quota di emigrati verso l’estero: le due percentuali erano rispettivamente 88,5% e 11,5%.

Gli emigrati di sesso maschile sono stati 6.637, in aumento del 5,4% rispetto al 2017, mentre quelli di sesso femminile 5.774, in aumento del 4% rispetto al 2017.

Il graf. 3.6 riporta la serie storica a partire dal 1980 degli immigrati e degli emigrati.

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Grafico 3.6: Immigrati ed emigrati dal 1980 al 2018

Il numero di immigrati evidenzia una sostanziale stabilizzazione, da circa un quindicennio, intorno a 10-12 mila unità l’anno, anche se negli ultimi anni sembra manifestarsi un trend decrescente.

Il numero di emigrati, dopo essersi anch’esso essersi stabilizzato, nell’ultimo decennio, fra 14 e 16 mila unità l’anno, nell’ultimo periodo è significativamente diminuito, fino ad attestarsi intorno a quota 12 mila.

Il saldo migratorio, pari alla differenza fra immigrati ed emigrati, nell’arco di tempo considerato (a partire dal 1980), è sempre risultato negativo, con la sola eccezione del 1981 e del 1982, gli unici due anni in cui il numero degli immigrati è stato superiore al numero degli emigrati.

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Grafico 3.7: Saldo migratorio dal 1980 al 2018

Più in particolare, per buona parte degli anni ’80 il saldo migratorio ha oscillato intorno allo zero, con un picco positivo di + 2.502 registrato nel 1981 e un picco negativo di -1.850 registrato nel 1985, salvo poi precipitare nel 1989 fino a -5.906. Negli anni successivi, si è registrato un progressivo miglioramento del saldo migratorio, fino a raggiungere, nel 1997, il valore di -1.660; successivamente, si è registrata una nuova inversione di rotta, e il saldo migratorio è tornato ad oscillare fra -4 e -6 mila. A partire dal 2005, infine, la differenza fra emigrati e immigrati è andata riducendosi fino al valore di -720 unità del 2010, valore più basso degli ultimi 20 anni. Nel 2014 il saldo è tornato a crescere in senso negativo, e nel 2015 si è attestato a quota -3.329, per poi rimbalzare nel 2016 a -2.336. Il 2018 si è chiuso con un saldo negativo di 3.369 unità (graf. 3.7)

La piramide delle età

La struttura per età della popolazione al 31/12/2018 (piramide delle età, cfr. graf. 3.8), descrive la popolazione di Palermo come una popolazione matura decrescente, in cui cioè vi è un debole ricambio, con un numero in diminuzione di anno in anno di nascite ed un ritmo di eliminazione per morte molto debole.

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Grafico 3.8: Piramide delle età

Gli stranieri

A Palermo, al 31 dicembre 2018, risultano iscritti in anagrafe 25.753 cittadini stranieri. Rispetto al 2017 il numero degli stranieri residenti è aumentato di 146 unità (+0,6%). Nel 2014, in conseguenza del completamento delle operazioni di revisione dell’archivio anagrafico sulla base dei risultati del 15° Censimento generale della popolazione, il numero di cittadini stranieri era diminuito del 15,2%. Erano infatti stati cancellati dall’anagrafe tutti i cittadini stranieri che non sono stati censiti nel 2011 e per i quali gli ulteriori accertamenti predisposti dal Servizio Anagrafe hanno dato esito negativo.

Se poi, per una completa valutazione del fenomeno, consideriamo anche i cittadini stranieri che negli anni hanno acquisito la cittadinanza italiana, la presenza straniera diventa più consistente: sommando gli stranieri residenti (25.753) e gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana (4.320), superiamo quota 30 mila (30.073), valore più elevato del 25,1% rispetto al 2008, anche se in diminuzione del 7,7% rispetto al 2013.

L’incidenza degli stranieri sul totale della popolazione è passata dal 3,5% del 2008, al 4% del 2010, al 4,5% del 2012 e del 2013. Nel 2014, a causa del ridimensionamento determinato dalla revisione anagrafica, l’incidenza è scesa al 3,8%, nei due anni successivi è risalita al 4%, nel 2017 è scesa al 3,8% e nel 2018 è risalita al 3,9%. A queste percentuali va poi aggiunta l’incidenza dei cittadini stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana, pari allo 0,1% nel 2008 e cresciuta fino allo 0,7% nel 2018.

L’analisi delle aree geografiche di provenienza fa emergere che oltre un terzo (il 35,2%) degli stranieri residenti a Palermo al 31 dicembre 2018 sono cittadini di un Paese dell’Asia Centro Meridionale. Seguono i cittadini dei Paesi dell’Africa Occidentale (18,2% del totale degli stranieri), quelli dell’Unione Europea (16,4%), quelli dei Paesi dell’Asia Orientale (11%), dell’Africa Settentrionale (9%) e dell’Africa Orientale (4,3%).

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Grafico 3.9: Stranieri per area geografica di provenienza

Rispetto al 2017, limitando l’analisi alle variazioni più rilevanti in valore assoluto, i cittadini dell’Africa Occidentale sono cresciuti del 4,5%, i cittadini dell’Asia centro Meridionale dell’1,3% e quelli dell’Unione Europea dell’1,4%, mentre i cittadini  dell’Africa Settentrionale sono diminuiti del 4,2%, quelli dell’Asia Orientale del 2,5%, quelli dell’Africa Orientale del 2,5% e quelli dell’Europa Centro-Orientale del 3,2%.

Approfondendo ulteriormente l’analisi, e passando dalle aree geografiche ai singoli Paesi di provenienza, emerge che a Palermo vivono due consistenti comunità straniere, che da sole assorbono oltre un terzo del totale degli stranieri: i bengalesi (cittadini del Bangladesh) e i singalesi (cittadini dello Sri Lanka).

I primi al 31 dicembre erano 5.339, pari al 20,7% di tutti gli stranieri residenti a Palermo, in aumento del 4,3% rispetto al 2017.

I singalesi al 31 dicembre 2018 erano 3.480, pari al 13,5% di tutti gli stranieri residenti a Palermo, in diminuzione rispetto al 2017 (-2,8%).

Seguono, quindi, i rumeni, con 3.277 residenti (12,7% del totale degli stranieri), i ghanesi, con 2.681 residenti (10,4%), i filippini, con 1.781 residenti (6,9%), i tunisini, con 1.089 residenti (4,2%), i marocchini, con 1.052 residenti (4,1%), i cinesi, con 991 residenti (3,8%), i mauriziani, con 901 residenti (3,5%), e via via tutti gli altri Paesi, per un totale di 130 diverse cittadinanze.

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Grafico 3.10: Stranieri per Paese di provenienza

L’aumento del numero di stranieri registrato nel 2018 (come già ricordato +146 unità) è stato determinato principalmente dall’incremento dei cittadini del Bangladesh (-220 unità), della Nigeria (+99), della Romania (+44) e del Gambia (+43).

Le diminuzioni più consistenti si sono invece registrate fra i cittadini dello Sri Lanka (-100 unità), della Cina (-69), del Marocco (-65) e del Ghana (-38).

In cinque anni, dal 2013 al 2018, si sono registrate sensibili variazioni nella consistenza delle prime venti comunità di stranieri residenti a Palermo. I cittadini dello Sri Lanka si sono contratti di oltre il 30% (-31,4%). Consistenti riduzioni si sono registrate anche fra i cittadini della Tunisia (-39,5%), del Marocco (-33,5%), di Mauritius (-34,7%), della Polonia (-22,8%) e di Capo Verde (-28%). Sostanzialmente stabili i cittadini del Bangladesh (+0,9%), delle Filippine (+0,6%) e dell’Ucraina (+2,7%). In crescita i cittadini della Nigeria (+45%), del Senegal (+74%) e di Mali (+158,1%). Particolarmente rilevante l’incremento della comunità del Gambia, passata da appena 9 cittadini nel 2013 a 205 nel 2018 (+2177%).

I matrimoni

A Palermo nel 2018 sono stati celebrati 2.987 matrimoni, 38 in più rispetto al 2017 (+1,3%).

Rispetto al 2008 il numero dei matrimoni è in forte diminuzione: -808 unità, pari a -21,3%.

Approfondendo l’analisi per rito, si rileva che nel 2018 sono aumentati dell’1,3% sia i matrimoni civili che i matrimoni religiosi. Rispetto al 2008, invece, i matrimoni civili sono cresciuti del 6,9%, mentre i matrimoni religiosi sono diminuiti del 30,5%.

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Grafico 3.11 Matrimoni per rito dal 2008 al 2018

Nei dieci anni in esame, la quota di matrimoni civili sul totale è passata dal 24,7% del 2008 al 33,5% del 2018: in altre parole, nel 2008 un matrimonio su quattro era celebrato con rito civile, nel 2018 uno su tre.

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Grafico 3.12 Matrimoni per rito dal 2008 al 2018

Nel 2018 i mesi in cui si sono celebrati più matrimoni sono stati quelli estivi: da giugno a settembre si sono celebrati 2.004 matrimoni, pari al 67,1% del totale. I mesi con il minor numero di celebrazioni sono stati invece i primi tre mesi dell’anno e il mese di novembre. La stagionalità è molto più evidente nei matrimoni con rito religioso: 1.507 matrimoni religiosi, pari al 75,9% sono stati celebrati nei mesi estivi, mentre soltanto 17, pari allo 0,9%, nei primi tre mesi dell’anno.

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Grafico 3.13 Matrimoni per rito e mese

Con riferimento ai giorni della settimana, il venerdì (20,8% del totale) e – soprattutto – il sabato (28,5% del totale) sono le giornate in cui nel 2018 si è celebrato il maggior numero di matrimoni.

Anche in questo caso il fenomeno è più accentuato per i matrimoni religiosi (20,1% il venerdì e 34,8% il sabato), mentre per i matrimoni civili il giorno che ha visto il maggior numero di celebrazioni è il venerdì (22,2% del totale), seguito dal mercoledì (17,0%).

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Grafico 3.14 Matrimoni per rito e giorno della settimana

Per le donne, la classe di età al matrimonio con la maggiore frequenza è “25-29 anni”, mentre per gli uomini è “30-34 anni”.

La distribuzione dei matrimoni per l’età degli sposi evidenzia – più in generale – che, mediamente, le donne si sposano prima degli uomini (graf. 3.15).

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Grafico 3.15 Matrimoni per età degli sposi

Il titolo di studio prevalente per gli sposi di entrambi i sessi è la licenza di scuola media superiore, seguito dalla licenza di scuola media inferiore (graf. 3.16).

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Grafico 3.16 Matrimoni per titolo di studio degli sposi


[1] Negli anni ’60 si registravano oltre 13 mila nati l’anno, e ancora negli anni ’80 il numero dei nati superava le 10 mila unità l’anno

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