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Periodo di riferimento 2015
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Capitolo 5: Economia

Il reddito

Il reddito imponibile ai fini delle addizionali all’IRPEF a Palermo è diminuito, dal 2013 al 2014, dello 0,5%, a fronte di una diminuzione del numero di contribuenti dello 0,9%.

Conseguentemente, il reddito medio per contribuente è leggermente cresciuto (è passato da € 25.779,74 a € 25.883,62, +0,4%).

Più basso il reddito medio se calcolato sul numero di residenti, pari a € 9.464,06 (-0,5% rispetto al 2013).

5.1

Grafico 5.1: Reddito imponibile ai fini delle addizionali all’IRPEF per contribuente – confronto con le grandi città italiane

Nel confronto con le altre grandi città italiane, Palermo è fortemente penalizzata: in base al reddito medio per contribuente precede soltanto Catania (cfr. graf. 5.1).

5.2

Grafico 5.2: Reddito imponibile ai fini delle addizionali all’IRPEF per residente – confronto con le grandi città italiane

Ben più ampie le differenze in base al reddito medio per residente, con le città del sud fortemente penalizzate rispetto alle città del centro-nord (cfr. graf. 5.2).

In base a questo indicatore, la città di Palermo precede soltanto Catania e Napoli; le tre città sono comunque le sole con valori inferiori ai 10.000 Euro.

Il mercato del lavoro

A Palermo, nel 2015, gli occupati sono cresciuti dell’1,8%, passando da 184 mila a 188 mila.

Rispetto al 2005, quando vi erano 207 mila occupati, si registra invece un calo del 9,2%.

Il tasso di occupazione, pari al rapporto fra gli occupati (15-64 anni) e la popolazione residente (15-64 anni), nel 2015 è risultato pari al 41,1%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al 2014, ma in diminuzione di 3,6 punti percentuali rispetto al 2005.

5.3

Grafico 5.3: Tasso di occupazione (15-64 anni) per grande comune anni 2005-2015

Nei dieci anni in esame, il tasso di occupazione è cresciuto fino al 2009, quando ha raggiunto il 47,3%, e poi ha invertito il trend ed è sceso fino al 40,2% nel 2013 e 2014. Nel 2015, infine, si è registrata una timida inversione di tendenza.

Nel confronto con le altre grandi Città, si nota la netta contrapposizione fra le città del centro-nord, con tassi di occupazione che vanno dal 61,4% di Venezia al 70,9% di Bologna, e le città del mezzogiorno, con tassi di occupazione che vanno dal 36,2% di Napoli al 47,7% di Bari.

Il tasso di occupazione di Palermo è, dopo quello di Napoli, il più basso fra tutte le grandi città.

A livello nazionale, il tasso di occupazione nel 2015 è risultato pari al 56,3%, in Sicilia al 40% e in provincia di Palermo al 38%.

A fronte dell’aumento degli occupati, nel 2015 a Palermo sono cresciuti anche i disoccupati, segnale di un’aumentata partecipazione al mercato del lavoro. Si è passati da 41 mila disoccupati nel 2014 a 48 mila nel 2015, con un incremento del 16,2%.

Rispetto al 2005, quando i disoccupati erano 51 mila occupati, si registra invece un calo del 5,3%.

Il tasso di disoccupazione, pari al rapporto fra i disoccupati (15-64 anni) e la somma di occupati e disoccupati (15-64 anni), nel 2015 è risultato pari al 20,4%, in aumento di 2,2 punti percentuali rispetto al 2014e di 0,7 punti percentuali rispetto al 2005.

5.4

Grafico 5.4: Tasso di disoccupazione per grande comune - anni 2005-2015

Nei dieci anni in esame, il tasso di disoccupazione, partito dal 19,7% del 2005, è inizialmente diminuito, fino a toccare il 14,1% nel 2011; negli anni successivi ha invece fatto registrare valori di anno in anno sempre più elevati, fino a raggiungere il 20,4% nel 2015, valore più elevato di tutto il decennio.

Nel confronto con le altre grandi Città, si nota anche in questo caso una contrapposizione fra le città del centro-nord, con tassi di disoccupazione che vanno dal 6,8% di Verona al 12,3% di Torino, e le città del mezzogiorno, con tassi di disoccupazione che vanno dal 12,8% di Bari al 32,1% di Messina.

Il tasso di disoccupazione di Palermo è, fra tutte le grandi città, il quarto valore più elevato, dopo Messina, Napoli e Catania.

A livello nazionale, il tasso di disoccupazione nel 2015 è risultato pari all’11,9%, in Sicilia al 21,4% e in provincia di Palermo al 23,9%.

La popolazione inattiva (tecnicamente “non forze di lavoro”) a Palermo, nel 2015, è diminuita del 5,3%, passando da 228 mila a 216 mila.

Rispetto al 2005, quando ammontava a 201 mila unità, si registra invece un incremento del 7,3%.

Il tasso di inattività, pari al rapporto fra gli la popolazione non appartenente alle forze di lavoro (15-64 anni) e la popolazione residente (15-64 anni), nel 2015 è risultato pari al 48,2%, in diminuzione di 2,4 punti percentuali rispetto al 2014, ma in aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2005.

5.5

Grafico 5.5: Tasso di inattività (15-64 anni) per grande comune anni 2005-2015

Nei dieci anni in esame, il tasso di inattività ha fatto registrare nei primi cinque anni valori intorno al 45%, mentre nei successivi cinque anni è balzato intorno al 50%.

Nel confronto con le altre grandi Città, si nota ancora una volta la netta contrapposizione fra le città del centro-nord, con tassi di inattività che vanno dal 23,2 % di Bologna al 34% di Venezia, e le città del mezzogiorno, con tassi di inattività che vanno dal 38,9% di Messina al 51,6% di Napoli.

Il tasso di inattività di Palermo è, fra tutte le grandi città, il secondo valore più elevato, dopo Napoli.

A livello nazionale, il tasso di inattività nel 2015 è risultato pari al 36%, in Sicilia al 49% e in provincia di Palermo al 49,8%.

L’indice dei prezzi al consumo

 Palermo, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale ha fatto registrare nel 2015 una variazione media tendenziale (rispetto cioè al 2014) negativa, pari a -0,1%. Nel 2014 si era invece registrata una variazione positiva pari a +0,6%.

Osservando l’andamento mensile manifestato nel corso del 2014 e 2015 (cfr. graf. 5.6) si può notare come il tasso di variazione tendenziale dell’indice, partito a gennaio 2014 da un livello pari a zero, abbia manifestato fino ad aprile 2014 un trend crescente, fino ad arrivare a +0,9%. Nei mesi successivi e fino a dicembre 2014l’indice ha fatto registrare valori compresi fra lo 0,5% e l’1%. Il 2015 si è invece aperto in territorio negativo, con l’indice a -0,1%, ed è proseguito con il segno meno anche nei mesi successivi. Gli unici due mesi del 2015 in cui l’indice ha mostrato il segno più sono stati maggio e luglio (+0,1% in entrambi i casi).

5.6

Grafico 5.6: Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale. Tassi congiunturali e tendenziali Palermo – Italia gennaio 2014 – dicembre 2015

Entrando nel dettaglio delle dodici divisioni di spesa in cui è articolato l’indice dei prezzi (cfr. graf. 5.7) si può notare che a Palermo gli incrementi tendenziali (dicembre 2015 su dicembre 2014) più elevati si sono registrati nelle divisioni: “Bevande alcoliche e tabacchi” (+2,7%), “Istruzione” (+1,7%) e “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+1,5%).

5.7

Grafico 5.7: Tasso tendenziale dicembre 2015 per capitolo di spesa

Diminuzioni tendenziali si sono invece registrate nelle divisioni “Trasporti” (-4,7%) e “Altri beni e servizi” (-0,5%).

Il grafico 5.8 riporta l’andamento degli indici tendenziali per tipologia di prodotto: indice relativo ai beni, indice relativo ai servizi e inflazione di fondo (o core inflation), ovvero indice dei prezzi al netto delle variazioni dei prodotti alimentari freschi e dei beni energetici.

5.8

Grafico 5.8: Tassi tendenziali per tipologia di prodotto - gennaio 2014 - dicembre 2015

Il grafico 5.9 riporta l’andamento degli indici tendenziali per frequenza di acquisto:

- Prodotti ad alta frequenza di acquisto: generi alimentari, bevande alcoliche e analcoliche, tabacchi, spese per l’affitto, beni non durevoli per la casa, servizi per la pulizia e la manutenzione della casa, carburanti, trasporti urbani, giornali e periodici, servizi di ristorazione, spese di assistenza

- Prodotti a media frequenza di acquisto: spese di abbigliamento, tariffe elettriche, tariffe relative all’acqua potabile e allo smaltimento dei rifiuti, medicinali, servizi medici e dentistici, trasporti stradali, ferroviari, marittimi e aerei, servizi postali e telefonici, servizi ricreativi e culturali, pacchetti vacanze, libri, alberghi e altri servizi di alloggio

- Prodotti ad alta frequenza di acquisto: elettrodomestici, servizi ospedalieri, acquisto dei mezzi di trasporto, servizi di trasloco, apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, articoli sportivi

5.9

Grafico 5.9: Tassi tendenziali per frequenza di acquisto - gennaio 2014 - dicembre 2015

Nel grafico 5.10 sono riportati i tassi di variazione tendenziale dei prezzi al consumo registrati nelle città capoluogo di regione[1] a dicembre 2015.

5.10

Grafico 5.10: Tassi tendenziali dicembre 2015 nelle 20 città capoluogo di regione

Le banche

Al 31 dicembre 2015 risultano operanti a Palermo 214 sportelli bancari, con una diminuzione di 4 sportelli rispetto al 2014. Estendendo l’analisi al decennio 2005-2015, il numero di sportelli, pari a 212 nel 2005, ha mostrato un trend crescente fino al 2009, quando ha raggiunto il numero di 244. Negli anni successivi, invece, il numero di sportelli è iniziato a diminuire, fino a raggiungere – come già detto – il numero di 214 nel 2015.

I depositi bancari nel 2015 ammontano complessivamente a 7.641 milioni di Euro (-0,7% rispetto al 2014), pari a 11,3 mila Euro per abitante, mentre gli impieghi ammontano a 7.782 milioni di Euro (-1,5% rispetto al 2014), pari a 11,5 mila Euro per abitante.

5.11

Grafico 5.11: Sportelli bancari, depositi e impieghi dal 2005 al 2015

Le compravendite immobiliari

Nel 2015 si sono registrate a Palermo 4.392 compravendite di immobili residenziali, valore in aumento di ben 506 unità (+13%) rispetto al 2014.

Sembra così consolidarsi la ripresa del mercato immobiliare residenziale cittadino, che già lo scorso anno aveva fatto registrare un moderato incremento dopo anni di continue diminuzioni.

5.12

Grafico 5.12: Compravendite di immobili residenziali a Palermo dal 2005 al 2015

In dieci anni (dal 2005 al 2015), il mercato immobiliare residenziale è diminuito del 42,9%. Nei dieci anni in esame il numero più elevato di compravendite si è registrato nel 2005 (7.692 compravendite), mentre il numero più basso nel 2013 (3.736 compravendite).


[1] Per la Calabria, viene riportato il dato di Reggio Calabria

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