Gli amori di Berta e Milone

Accade a Palermo (25 Aprile 2021) Mappa
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Il 25 aprile, alle ore 18:00, al Museo Pasqualino, avrà luogo lo spettacolo dei pupi "Gli amori di Berta e Milone" - Evento trasmesso in streaming.

La storia d'amore fra Berta, sorella di Carlo Magno, e Milone, da cui nascerà Orlando, viene raccontata da Giusto Lodico nella Storia dei Paladini di Francia contaminando tre fonti: il l. VI de I Reali di Francia di Andrea da Barberino, l'Orlandino di Teofilo Folengo e Le prime imprese di Orlando di Lodovico Dolce.

L'azione inizia all'indomani della riconquista del trono di Francia da parte di Carlo Magno, che all'Opera dei Pupi, come insegna Andrea da Barberino, riceve questo soprannome perché concepito nel bosco Magno.

Per festeggiare l'incoronazione Carlo bandisce un torneo e grandi feste. Al torneo si distingue Milone d'Anglante, il più forte paladino della nuova corte, che in giostra umilia il superbo spagnolo Grandonio di Volterna.

Milone si è innamorato di Berta, ella lo ricambia e gli invia in pegno d'amore una ghirlanda di fiori da indossare sull'elmo. Sembrerebbe che nulla si opponga all'ardente amore dei due giovani, ma Carlo Magno per ragioni di stato promette in sposa Berta all'imperatore d'Oriente Costantino.

Si inseriscono a questo punto nel racconto antico della Geste Francor franco veneta tramandato dai Reali e da Dolce le gustose varianti escogitate da Teofilo Folengo: Berta e Milone potranno in segreto godere del loro amore grazie a un accorto stratagemma da festa cortigiana escogitato da Rampaldo di Risa e dalla sua amante Fresina, i quali, elusa la vigilanza di Carlo Magno, – complici e pronubi – condurranno gli innamorati nella stanza da letto di Berta... Per la tradizione etnea dell'Opera dei Pupi non poteva esserci occasione migliore dello stratagemma di Rampaldo e Fresina per far recitare una parte importante in questa vicenda a Peppininu, la maschera dell'Opira catanese. Alle vicende degli amori di Milone e Berta Lodico volle intrecciare anche quelle della contesa fra Amone di Chiaramonte, fratello di Milone, e Ginamo di Baiona, fratello di Gano di Magonza, per Beatrice, figlia del saggio Namo di Baviera.

Carlo Magno, da poco pacificatosi con la casa di Magonza e d'altra parte debitore a Namo e ai Chiaramonte della sua restaurazione, non vuole inimicarsi nessuna delle due parti e perciò decide che sposerà Beatrice chi dei due vinca l'altro in una giostra d'amore.

Ma i Magonzesi traditori ordiscono un piano che prevede di assalire proditoriamente Amone e di ucciderlo mentre egli combatte con Ginamo. Peppininu, sempre accorto, scopre la congiura e la rivela a Milone.

Informatone Carlo, questi ordina che solo Milone, Amone e Ginamo possano impugnare la spada il giorno del torneo, affinché questo si svolga regolarmente. Ma Ginamo provoca intenzionalmente Milone, finge di essere stato esageratamente malmenato e i Magonzesi – tutti con le armi nascoste sotto pesanti mantelli neri – assaltano da ogni parte Milone, che ne fa strage.

Gano ottiene il suo scopo: Carlo bandisce Milone. Ma questi, poiché Berta è già incinta, corre a prenderla e insieme fuggono da Parigi. Cade qui opportuno ricordare come questa fuga d'amore di Berta e Milone sia stata nell'epoca d'oro dell'Opera dei Pupi il modello paradigmatico di ogni fuitina dei ceti popolari siciliani in epoca preconsumistica. Altre peripezie: Carlo condanna a morte gli amanti e questi si ricoverano a Roma, per ottenere aiuto dal cardinale Leone di Chiaramonte.

Ma Gano, saputo che Milone e Berta sono a Roma, carpisce la prima di infinite volte la fiducia di Carlo Magno, riesce a farsi affidare l'esclusivo incarico dell'arresto e nottetempo imprigiona e incatena gli amanti. E qui viene rappresentata una delle scene più singolari dell'Opera dei Pupi siciliana: papa Adriano ferma il corteo di Gano e Ginamo coi prigionieri e impone che gli siano consegnati perché arrestati nel Patrimonio di San Pietro, territorio su cui Carlo Magno non ha alcuna giurisdizione. Alle proteste dei Magonzesi, il papa assesta loro due solennissimi ceffoni, li rimanda a Parigi con le pive nel sacco e mette sotto il suo manto protettivo Milone e Berta. A Parigi bella scena con la gran parlata di Namo di Baviera a Carlo Magno per ottenere il perdono di Berta e Milone.

Nonostante le argomentazioni umane, politiche e giurisprudenziali di Namo, nonostante le sue paterne perorazioni e le sue velate minacce, Carlo è irremovibile... Finché l'Onnipotenza Divina gli invia San Michele Arcangelo con la spada fiammeggiante e gli impone di non opporsi ai voleri del Cielo perché deve nascere Orlando.

Carlo commuta in esilio la pena di morte ma, dopo il solenne matrimonio di Milone e Berta celebrato da papa Adriano nella Basilica di San Pietro a Roma, molto ancora ha da accadere...

 Compagnia Marionettistica Fratelli Napoli. Rappresenta l'antica tradizione dell'opera dei pupi catanese. Don Gaetano Napoli fondò la compagnia nel 1921, affidandola successivamente ai tre figli Pippo, Rosario e Natale.

I Napoli, oltre a proporre spettacoli con recita a soggetto, rappresentano testi basati sulla tradizione degli antichi canovacci nei quali una moderna drammaturgia dell'opera dei pupi riesce a tener conto delle regole tradizionali di messinscena.

Sulla base di codici tramandati da padre in figlio, il sentimento si fa gesto, comunicazione, arte. Le scene, le armature, i costumi, i suoni e quella "improvvisazione" quale essenziale momento artistico contribuiscono ulteriormente alla creazione del rapporto pubblico - attore e della particolare "magia" teatrale, che sono caratteristiche fondamentali dell'opera dei pupi.

Per seguire lo spettacolo in streaming | Domenica 25 aprile ore 18:00

https://www.facebook.com/museoantonio.pasqualino/

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